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Dell’insopprimibile impulso tipico della mente occidentale per le liste, i cataloghi, le collezioni, ha scritto Umberto Eco nel saggio accanto (Bompiani), che in inglese suona come The Infinity of Lists: An Illustrated Essay, dimostrando come possa esistere una poetica dei cataloghi. Eco si chiede come classificare in modo rigoroso, secondo quali criteri.
La storia della letteratura è ricchissima di liste.
La lista è l’origine della cultura – spiega Eco. E’ parte della storia dell’arte e della letteratura. Che cosa vuole la cultura? Rendere comprensibile l’infinito. Si vuole inoltre creare un ordine – non sempre, ma spesso. E come, da esseri umani, si affronta l’infinito? Come si cerca di afferrare l’incomprensibile? Attraverso gli elenchi, i cataloghi, le collezioni nei musei, e con enciclopedie e dizionari.
Ha un fascino l’elenco delle donne conquistate da Don Giovanni: 2.063, almeno secondo il librettista di Mozart, Lorenzo da Ponte.
Ecco l’inizio di una poesia-lista di Wislawa Szymborska, Possibilità.
Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti che non promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
(…)
