Last Updated on 25 Novembre 2013 by CB
Il Diario di Anaïs Nin (1903-1977), reso pubblico nel 1966, fu a lungo oggetto di pettegolezzi e congetture. Solo qualche amico ne aveva potuto leggere qualche pagina. Henry Miller diceva che questo diario avrebbe trovato posto accanto ai grandi capitoli dell’autobiografismo occidentale: Sant’Agostino, Rousseau, Proust… Anaïs Nin cominciò a scriverlo all’età di undici anni e continuò fino alla morte. Qui legge alcuni brani dal IV Volume, Henry & June.
[youtube_sc url=”http://youtu.be/mm3poQhOn1E”%5D«Uno vive così, protetto, in un mondo delicato, e crede di vivere. Poi legge un libro, L’amante di Lady Chatterley, per esempio, o fa un viaggio, o parla con Richard (Wright, ndr), scopre che non sta vivendo, che è ibernato. I sintomi dell’ibernazione sono facili da individuare: primo: inquietudine, secondo, quando l’ibernazione diventa pericolosa e può degenerare nella morte: assenza di piacere. Questo è tutto…. Sembra una malattia innocua. Monotonia, noia, morte. Milioni di uomini vivono in questo modo, o muoiono in questo modo, senza saperlo. Lavorano negli uffici. Guidano una macchina. Fanno picnic con la famiglia. Allevano bambini. Poi interviene una cura “urto”, una persona, un libro, una canzone, che li sveglia, salvandoli dalla morte».
[youtube_sc url=”http://youtu.be/a72IyIu6SEM”%5D
Lou seduttrice dell’Ottocento – BartlebyCafé
Legami e libertà – BartlebyCafé
Al posto della Nin, avrei mandato a quel paese sia Miller che sua moglie. Non avrei riconosciuto il grande scrittore, ma non mi sarei neanche rovinata l’umore con i loro alti e bassi emotivi.