Last Updated on 20 Maggio 2010 by CB
di Flaviano Masella
L’AYURVEDA è la scienza della vita. Ayus, infatti, significa vita e Veda conoscenza. La definizione la troviamo sul “Manuale di Ayurveda. La medicina tradizionale indiana” di Bhagwan Dash e Manfred M. Junius pubblicato da Edizioni Mediterranee, una delle case editrici specializzate su questa tematica.
In India, dove è nata, è una delle cinque medicine ufficiali. Ma questa antica arte indiana sta conquistando sempre più anche gli italiani. Circa 600mila persone si rivolgono ai Vaidya, maestri ayurvedici, che corrispondono, secondo il Censis, a solo l’1% della popolazione ma che sono non pochi se si pensa alla scarsità di offerta qualificata di centri che pratichino davvero l’Ayurveda.
L’ayurveda entra in un ospedale pubblico a Milano
Una delle grandi novità è che anche la medicina ufficiale, spesso molto restia, ha aperto le sue porte alla medicina ayurvedica presso il Centro di medicina psicosomatica e funzionale integrata dell’Ospedale Sacco di Milano
Fino ad ora i casi trattati sono ristretti a disturbi stress-correlati e depressioni di lieve entità. Il programma prevede l’insegnamento di tecniche di rilassamento, indicazioni sullo stile di vita e di alimentazione personalizzate non solo in base alle proprie caratteristiche, ma anche a seconda delle condizioni climatiche e allo stile di vita. A tale scopo si consiglia la somministrazione di fitocomplessi, terapie antiossidanti ma quando è necessario anche trattamenti psicofarmacologici. Insomma l’Ayurveda è un ottimo esempio di integrazione terapeutica tra scienze lontane nel tempo, ma che si ritrovano nella ricerca della salute e del benessere.
Gli studi scientifici e la meditazione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è sempre schierata in favore del contributo che L’Ayurveda può offrire al sistema sanitario, soprattutto in relazione alla prevenzione e alla conseguente diminuzione dei costi sanitari. In questi ultimi anni, una quantità crescente di studi scientifici ha cominciato a investigare sull’importanza di piante e spezie comunemente usate nella cucina e nei rimedi dell’Ayurveda. Inoltre, l’Ayurveda presenta molte affinità con i principi e la filosofia dello Yoga, tanto che la pratica della meditazione è consigliata come un’ottima terapia di prevenzione. A questo riguardo esistono numerosi studi scientifici sugli effetti positivi della meditazione trascendentale. Nel 2009 una ricerca dell’American Journal of Hypertension, ha dimostrato una riduzione del rischio di sviluppare ipertensione di oltre il 50 per cento. Inoltre un’indagine del National Institute of Health e della University of Wisconsin ha appurato una riduzione del 47 per cento dei casi di ictus e attacchi cardiaci.
Ma questa tecnica mentale, diffusa dal maestro indiano Maharishi Mahesh Yogi a partire dal 1958, è stata soggetta a diverse controversie. Qual è la situazione attuale?
Lo chiediamo a Bruno Romano del centro Quintessenza di Roma
Maharishi Mahesh Yogi ha grandi meriti per la diffusione della Meditazione Trascendentale o MT e dell’Ayurveda nel mondo. Il binomio tra Meditazione e Ayurveda non è casuale, e riguarda soprattutto il concetto di salute, descritto come uno stato di perfetto equilibrio di spirito, mente e corpo. La Meditazione calma la mente e indirizza lo spirito a una percezione positiva della vita. Queste sono le basi per il ristabilimento e il mantenimento della salute. La Meditazione, sotto qualsiasi forma è sempre raccomandata dall’Ayurveda. Yoga e Ayurveda, infatti, condividono le stesse finalità per il benessere dell’individuo, dell’ambiente e della società.
Vi sono anche altre tecniche che vengono praticate?
L’Ayurveda è una miniera inesauribile d’informazioni e suggerimenti per alimentarsi in modo corretto, secondo la stagione e la propria costituzione, per salvaguardare nel tempo l’energia fisica e mentale, per vivere in armonia con se stessi e con l’universo intero. A tutto ciò possono affiancarsi tecniche di massaggio che rilassano e donano energia e salute o anche rimedi, per lo più vegetali, che aiutano a superare gli stati di stress e ad avere una migliore risposta agli stimoli dell’ambiente.
Ma la medicina moderna può davvero convivere con la millenaria tradizione medica indiana?
Il mantenimento o il ripristino di uno stato di salute integrale e positivo è il fine di qualsiasi scienza umana. La “scienza della vita”, ricca di principi filosofici che da oltre cinquanta secoli insegnano a non nuocere mai e a essere sempre d’aiuto al corpo, alla mente e allo spirito, può fornire il proprio contributo alla medicina moderna, perché tutto ciò che è antico, non necessariamente deve essere obsoleto. Tra scienza antica e scienza moderna ci sono differenze d’impostazione, non nel fine, che è comunque la salute e il benessere.
Bruno Romano, lei è il traduttore dei “Fondamenti di medicina Ayurvedica. Diagnosi e trattamenti”, Edizioni Mediterranee – pagg. 308 euro 19.50 – scritto da V. Bhagwan Dash, uno dei massimi studiosi di Medicina tradizionale dell’India e del Tibet e presidente onorario dell’Istituto italiano di Ayurveda. Nel manuale viene dato ampio spazio alla dieta e ai rimedi. Ci conferma l’importanza dell’Ayurveda come medicina preventiva?
“Se una persona mangia correttamente che bisogno ha di curarsi?e, se non mangia correttamente, che si cura a fare?” Quest’antico detto illustra la vocazione alla prevenzione dell’Ayurveda. Oggi abbiamo sviluppato un atteggiamento passivo che ci fa delegare ai medici e alle medicine ogni responsabilità per il nostro stato di salute. Ma la salute, quella vera, richiede la nostra partecipazione attiva come protagonisti e artefici del nostro benessere. La salute è un piacere che dobbiamo guadagnarci consapevolmente, facendo le scelte giuste per noi e per l’ambiente nel quale viviamo. L’Ayurveda ci insegna a modellare e prolungare la vita, evitando le interferenze della salute cattiva. Quest’antichissima scienza ha per ciascuno un programma personalizzato e onnicomprensivo, fatto di dieta, complementi alimentari, rimedi erboristici, esercizi fisici, pratiche per la routine giornaliera, meditazione e tecniche di rilassamento. L’Ayurveda indica un percorso graduale per favorire l’equilibrio della salute e dell’auto guarigione e vivere in armonia e benessere, secondo natura.
Ma come conciliare gli insegnamenti dell’Ayurveda con la vita stressante che conduciamo?
Per l’Ayurveda la prevenzione non è solamente sottoporsi periodicamente a una serie di analisi, nella speranza che tutto vada bene. La prevenzione è un’arte e una scienza, ambedue strettamente legate all’uso che facciamo del nostro corpo e della nostra mente, al nostro comportamento nell’ambito familiare e sociale, al vivere secondo i ritmi del tempo e delle stagioni. L’uomo è una proiezione del cosmo e la salute, quindi, non può prescindere dall’armonizzare il nostro microcosmo individuale con tutto l’universo circostante, vicino e lontano. L’Ayurveda insegna a diventare artefici della propria salute e del proprio futuro, imparando a conoscere e a prevedere la risposta generata da ogni nostra azione, non solo nel corpo e nella mente, ma anche nel nostro ambiente, nella società e nell’universo in generale. Non è sempre facile tradurre in pratica questi insegnamenti teorici. Ad esempio, nell’attuale società del fast food e dei surgelati, mangiare solo cibo di stagione, frutta e verdura maturata naturalmente, a volte può essere un problema. Dedicare poi il tempo del pasto allo spirito, senza guardare la televisione, senza rispondere al telefono, evitando i pranzi d’affari o inutili chiacchiere, resta spesso un’aspirazione che molti non riescono a mettere in pratica.
Cosa significa medicina integrata?
Ayurveda e medicina moderna hanno una diversa impostazione pragmatica. Ippocrate diceva che medicina è ciò che cura. Da questo punto di vista, quindi, c’è ampio spazio perché teorie e approcci diversi collaborino per garantire lo stesso risultato finale, che è sempre la salute. I rimedi dell’Ayurveda sono più simili al cibo che ai farmaci della medicina moderna, anzi, alle volte sono composti proprio da vegetali o spezie, usati a scopo terapeutico. Il loro scopo non è quello di curare sintomi o malattie, ma piuttosto quello di nutrire l’organismo fino a stimolare una risposta naturale della fisiologia, che consenta di superare spontaneamente la patologia in atto. I rimedi dell’Ayurveda non sono mai sostitutivi delle funzioni del corpo. Il loro compito è unicamente quello di stimolare il lavoro ottimale ed equilibrato degli organi e delle loro funzioni. La medicina moderna, invece, non si limita a una sollecitazione naturale della fisiologia e punta a una risposta di massima efficacia e immediatezza. Pertanto, ha sviluppato farmaci sostitutivi delle funzioni che l’organo malato non è in grado di svolgere adeguatamente, alleviando così i sintomi della malattia in tempi molto rapidi. Questi diversi approcci, se usati in modo corretto, possono integrarsi con mutuo giovamento. L’Ayurveda può contribuire dando un maggiore stimolo vitale, mentre la medicina moderna può fornire una risposta più immediata che riduca i tempi della malattia. Insomma, volendo semplificare in modo forse eccessivo, possiamo dire che l’Ayurveda si occupi principalmente della persona malata nel suo insieme, mentre la medicina moderna è più focalizzata sulla malattia e sui sintomi.
Diverse ricerche hanno confermato l’efficacia dei rimedi ayurvedici. Ci può fare degli esempi?
I rimedi dell’Ayurveda, proprio perché sono simili ad alimenti, possono essere usati sia dalle persone malate, al fine di guarire, sia da quelle sane, per mantenere una salute ottimale e prevenire la malattia. Uno di questi prodotti, ormai famoso anche in Occidente è il Chyavanprash. Simile a una marmellata, si mangia a cucchiaini, uno la mattina e uno la sera. Dall’infanzia alla vecchiaia è utile per crescere in salute, combattere lo stress, aumentare le difese immunitarie e l’energia del corpo. L’ingrediente principale è un frutto chiamato amla (Emblica officinalis), ricchissimo di vitamina C non termolabile (al contrario dei nostri agrumi: aranci, limoni ecc.), che rimane nell’alimento anche dopo la cottura. Esistono poi piante che in India spesso si coltivano in giardino, come ornamentali, buone anche in cucina o da masticare, per le loro virtù curative. Ad esempio la Gymnema silvestre, un rampicante dai bei fiori gialli, ha delle foglie dal sapore amaro e aspro che riducono la glicosuria (Madhumeha). Questa pianta, infatti, è presente in tutti i rimedi dell’Ayurveda per migliorare il metabolismo degli zuccheri, ma le sue foglie possono anche essere masticate fresche. L’abitudine ad alimentarsi con vegetali dalle virtù terapeutiche è ormai giunta anche in Italia. Nei nostri mercati, soprattutto quelli frequentati da indiani, tra le tante verdure esotiche, si può trovare il karela (Momordica charantia). Simile a un cetriolo bitorzoluto, questo frutto, colto quando è ancora tenero, o comprato essiccato è cotto e saltato in padella come le zucchine. Il karela, come il Gymnema silvestre è apprezzato soprattutto per la sua efficacia nel diabete mellito. A chi lo volesse provare, consiglio di sbollentarlo prima in abbondante acqua, per togliere, almeno in parte, il sapore amaro e poi saltarlo in padella con spezie e odori. Un piatto insolito che oltre a far bene è buono.
Tra le sostanze più studiate c’è la curcumina. Ci conferma che ha proprietà antinfiammatorie e antinfettive ma anche di inibizione della genesi tumorale?
In Ayurveda non si estrae mai il principio attivo di una pianta, ma la si usa sempre intera o in parte (foglie, radici, frutti ecc.). In questo modo, l’effetto della sostanza nell’organismo è bilanciato dalle altre molecole degli altri principi attivi della pianta. Per questo, il rimedio dell’Ayurveda ha una risposta più lenta, ma più equilibrata e priva di effetti collaterali nocivi. La curcumina, oggi tanto apprezzata anche dalla scienza moderna, è il principale principio attivo della curcuma, spezia nota e usata da millenni in India, in cucina, in Ayurveda e come cosmetico. La formula chimica della Curcumina è C21H20O6 ed è conosciuta anche come diferuloilmetano. Studi sulle proprietà anti cancro della Curcuma, suggeriscono che la Curcumina sia potenzialmente utile per il trattamento di cinque tipi di cancro: del colon, del seno, della prostata, del polmone e della pelle. Nel 2006 la rivista “Cancer Research”, ha pubblicato lo studio di un gruppo di ricercatori della Rutgers University, New Jersey, che sostengono che la curcuma sia di grande efficacia nella prevenzione e nel trattamento del tumore della prostata. Se assunta regolarmente ai pasti, con altri vegetali contenenti fenetil isotiocianato (PEITC), come broccoli, crescione, cavoletti di Bruxelles, rape, cavolfiore, cavolo e cavolo rapa, il suo effetto terapeutico migliora significativamente. Per un uso preventivo e salutistico, basta aggiungere un cucchiaino al giorno di polvere di curcuma alle pietanze, alle salse o ai sughi, ricordando che un poco d’olio o di burro ne facilita l’assorbimento. La Curcumina può aiutare il sistema immunitario a “ripulire” il cervello dal beta amiloide, il principale costituente delle placche presenti nell’Alzheimer. Poiché il morbo di Alzheimer è causato in parte dall’infiammazione indotta dall’amiloide, la Curcumina, con la sua spiccata attività antinfiammatoria, può contribuire a combattere questa patologia. La curcuma, oltre ad essere un potente antinfiammatorio è anche un epatoprotettore, un purificatore del sangue, un ottimo protettore dei polmoni, efficace in tutte le malattie da raffreddamento e nelle patologie della pelle. Per uso esterno, può essere messa su ferite aperte come disinfettante e cicatrizzante e, più in generale, su tagli, graffi, brufoli, scottature, arrossamenti, punture d’insetti. Nel 1996 una multinazionale ha cercato di brevettare la curcumina, per produrre un farmaco. Contro tale brevetto si è mosso il Governo dell’India, che ha dimostrato che da migliaia d’anni la curcuma è una sostanza ben nota e usata per le sue virtù e quindi non brevettabile, essendo già un vero e proprio patrimonio dell’umanità. In India, l’importanza della curcuma nell’alimentazione è tale, da essere presente quotidianamente in tavola, a ogni pasto. E’ consentito non farne uso solamente nei giorni di lutto stretto.
Ottimo questo libro. L’Ayurveda è un mondo da scoprire, il massaggio ayurvedico è meraviglioso…
Credo che per un mondo migliore molte piu’ persone si dovrebbero informare e comprendere questa antica scienza della salute.sarei interessato a sapere se il professor Dash sara’ in Italia nei prossimi mesi per un consulto presso di lui.Grazie fin d’ora a chi puo’ fornirmi questa informazione e buona salute a tutti.
ho bisogno di informazioni riguardo alla cura della tiroide, mia figlia di 15 anni ha il TSH alto….grazie
Entusiasta dell’Ayurvedica ma ancora di più del dott.Bruno Romano che mi segue oramai da anni.Ho risolto serissimi problemi di dolori molto forti all’anca che mi portavano a claudicare.Oggi cammino tantissimo, vado in palestra. Sono felice di avere avvicinato questa medicina naturale che continuerò a seguire per la vita.Grazie
Maura
SIAMO VERAMENTE LIETI DI QUESTO ATICOLO CHE FA LUCE SUI VARI ASPETTI DELLA FILOSOFIA AYURVEDICA .L ‘ISTITUTO ITALIANO DI AYURVEDA DA QUASI VENTI ANNI CON L’ AIUTO DEL PROF B. DASH NE PROMUOVE LA CULTURA NEL NOSTRO PAESE, RACCOGLIENDO SEMPRE UN PIU
AMPIO INTERESSE DA PARTE DI CHI CERCA UNA VIA NATURALE PRIVA DI EFETTI COLLATERALI PER IL PROPRIO STATO DI SALUTE.
PER CHI FOSSE INTERESSATO ,IL PROF DASH SARA IN ITALIA DAL 4 AL 14 GIUGNO E PRECISAMENTE A FIRENZE E ROMA ,IN QUESTI GIORNI IL PROF SARA’ DISPONIBILE PER CONSULENZE PRIVATE E TERRA’ SEMINARI E SERATE DIVULGATIVE SUI PRINCIPI FONDAMENTALI DELL AYURVEDA
PER PRENOTAZIONI TEL 055471116 3331153150 06 8552401 EMAIL INFO@AYURVEDA-IT.ORG POTETE ANCHE CONSULTARE IL SITO http://WWW.AYURVEDA-IT.ORG NELLE NEWS
Il più interessante articolo di ayurveda che mi sia capitato di leggere negli ultimi tempi. Invece di dire sempre le stesse cose sui dosha, finalmente una serie di informazioni e di consigli utili. Non ci si poteva aspettare altro da Bruno Romano, che da anni si batte per un Ayurveda di qualità in Italia. Seguo da anni i suoi consigli di dieta e non e ormai per me l’Ayurveda è uno stile di vita.Mi piacerebbe si parlasse anche del fieno greco, che è l’erba d’eccellenza di noi donne, che dovremmo farne uso dall’infanzia alla vecchiaia. Mi ha aiutato a regolarizzare i miei problemi di ciclo e a superare la menopausa senza il fastidio delle vampate improvvose di calore. Inoltre, mi aiuta a mantenere la pelle liscia e senza rughe.
Bravi e grazie ancora
Beatrice
Mi chiedo se all’Ospedale Sacco di Milano, prima di ricorrere agli psicofarmaci, usino la terapia ayurvedica di Siro-dhara, che è molto utile per rinforzare e pacificare la mente, liberandola dallo stress. E’ una tecnica forse strana per chi non conosce l’Ayurveda. Consiste nel far scorrere un filo d’olio medicato tra le sopracciglia, al centro della fronte. Io vado in India tutti gli anni e dedico almeno un paio di settimane a massaggi e siro-dhara. Quando torno mi sento ringiovanita, ma soprattutto più serena e pronta a riaffrontare il mondo. Il libro del dott. Dash l’ho letto in inglese. Credo sia il testo più completo che si possa trovare sui principi dell’Ayurveda.
Un saluto a tutti
E’ un vero piacere leggere articoli chiari e pieni di suggerimenti pratici. L’Ayurveda mi interessa molto e ho già comprato il libro. Quando vado in India prendo sempre del Chyavanprash da portare in Italia. Oltre a essere buono, mi fa sentire un leone.Ora vedo con piacere che si trova anche qui e che le persone cominciano a conoscerlo e apprezzarlo. Mi piacerebbe approfondire l’argomento dell’alimentazione, così come è impostato nell’intervista.
Ancora complimenti
Matteo