Last Updated on 25 Agosto 2008 by CB
Un uomo di successo e bon vivant di 59 anni e la sua storia d’amore con una giovane ereditiera brasiliana. Questo sembra all’inizio la trama del romanzo, il cui titolo originale è “Au-delà de cette limite votre ticket n’est plus valuable”, la scritta sui metrò francesi, che indica oltre quale stazione il biglietto non è più valido.
In realtà si capisce subito che la vera trama è tutta interiore, è l’ossessione dell’invecchiamento, della decadenza fisica; un’angoscia che si apre come una crepa nel tempo del protagonista, Jacques Rainier, al punto da fargli architettare un gesto estremo.
Così la storia d’amore si confonde con la paura che il corpo lo tradisca. Le avvisaglie ci sono e i medici lo confermano, con un impasto di ironia e di crudo realismo. E’ in questa mescolanza di passione travolgente e asettico crepuscolo della sua fisiologia di seduttore indomito, la forza di questo romanzo, scritto con uno stile felicemente impressionista intriso di umori, emozioni e sentimenti, ma non sentimentale.
Il senso della mancanza di prospettive, alla fine travolge ogni cosa: insieme alla perdita della virilità il declino è economico, esistenziale. Eppure raccontato come attraverso un sorriso. Il finale della storia prefigura l’epilogo dello scrittore, in una commistione evidente con la biografia, di per sé molto romanzesca, di Romain Gary, di cui Biglietto scaduto alla sua uscita (1975) è sembrato ai francesi una sorta di confessione. (Nella foto: Romain Gary e Jean Seberg)
Ebreo russo-polacco, a trent’anni eroe della Resistenza francese (Legion d’honneur), che racconta nel suo Educazione europea molto amato da Sartre, Gary vinse il Goncourt nel 1956 con Le racins du ciel. Sposò l’attrice americana Jean Seberg interprete di Bonjour tristesse e del film di Godard A bout de souffle. Poi il secondo Goncourt, in incognito, con La vita davanti a sé, firmato con lo pseudonimo di Emile Ajar. Dedicò il suo più riuscito romanzo alla madre, un vero capolavoro scritto nel ‘ 60 e rivisto nell’ 80. E’ La Promessa dell’ alba: secondo Newsweek «uno dei più straordinari tributi mai scritti da un uomo a sua madre».
Affabulatore al punto da inventarsi la sua stessa vita quando parlava agli amici (ma senza mentire, solo arricchendola un po’), dallo sguardo languido, malinconico e avvincente, Romain Gary è morto suicida il 3 dicembre 1980, nella sua casa a place Vendome.
(Cristina Bolzani)
L’incipit
«Alle sette del mattino la telefonata mi aveva svegliato nel mio appartamento al Gritti. Dooley voleva vedermi. Ed era di fretta. La voce aveva un tono autoritario e imperioso che trovavo sgradevole. Tuti e due eravamo membri del Comitato internazionale per la salvaguardia di Venezia ma, senza nulla togliere alla velocità con la quale la città dei DOgi affondava, non poteva essere così urgente. La riunione della Fondazione Cini si era tenuta il giorno prima e Dooley mi aveva spiegato di non aver fatto in tempo ad arrivare. I recenti attentati terroristici avevano provocato in Italia uno sciopero generale di ventiquattr’ore e il suo aereo aveva avuto ritardo.
“Sai, ho dovuto lasciare il mio Boeing a Milano perché non c’era più nessuno alla torre di controllo. Niente elicotteri, niente di niente. Ho dovuto prendere un’auto…”
ne ebbi compassione e gli diedi appuntamento alle nove e mezzo al bar, non senza essermi domandato quanto mi sarebbe costata quella concessione. Lo conoscevo molto poco. I miei rapporti con lui consistevano soprattutto nell’evitarlo: non parlavamo la stessa lingua. Jim Dooley aveva ereditato una delle più importanti fortune degli Stati Uniti».
Su Internet
I libri di Romain Gary (Neri Pozza)