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Cristina Bolzani

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Proust in Venice

Proust fait donc de la disproportion et de la résolution de la disproportion le sujet même de la Recherche, de l'attention pour les détails la matière d'une œuvre monumentale, des motifs et motivations intimes de l'écriture le principe d'une œuvre universelle. Il fait de l'insignifiant le réservoir inépuisable et le socle de toute signification, il fait communiquer l'infiniment grand et l'infiniment petit. Il montre que l'art n'est grand que par le réseau immense de fils minuscules, les innombrables liens qui le rattachent aux impressions inscrites dans notre mémoire. Venise magnifie Combray mais, inversement, Venise n'est grande que parce qu'elle contient Combray. (J.-F. Chevrier)
Che orrore! mi dicevo: come si fa a trovare in queste automobili l'eleganza degli equipaggi d'una volta? può darsi che io sia ormai troppo vecchio, ma non sono fatto per un mondo in cui le donne si infagottano in abiti che non sono nemmeno di stoffa. A che serve venire sotto questi alberi se niente più esiste di quel che s'adunava sotto i loro delicati, rosseggianti fogliami, se la volgarità e la follia hanno rimpiazzato quanto essi incorniciavano di squisito? Che orrore! La mia consolazione è pensare alle donne che ho conosciute, oggi che non c'ё più eleganza.
Il semble bien qu'on soit hors du temps, dans un monde et dans une atmosphère étranges, où les yeux fiévreux du malade soient pareils à deux grandes étoiles noires, la seule concrète réalité.
Isadora Duncan | Fortuny
Tennis. Ce n’est pas facile de jouer au tennis avec Sarah. Elle « sert » bien et riposte vigoureusement ; mais, comme elle ne veut pas faire un seul pas, il faut qu’on lui envoie les balles à l’endroit précis où elle peut les rattraper sans changer de place. (N. Ragonneau , Proustonomics).
Sognavo che Madame de
Così, se immaginavo intorno alla donna che amavo i luoghi dei quali avevo allora più desiderio, se avrei voluto che fosse lei a farmeli visitare, ad aprirmi le porte d'un mondo sconosciuto, non era per
Guardavo le guance di Albertine mentre mi parlava e mi chiedevo che profumo, che sapore potessero avere: quel giorno era non fresca, ma liscia, di un rosa unito, violaceo, cremo-so, come certe rose che hanno una patina di cera. Mi appassionavano come a volte ci appassiona una specie di fiori.

Pages

  • Ama nesciri
  • Dalla parte di Albertine
  • Essere Anna Freud
  • Ida Rubinstein secondo Proust
  • Il mio sogno… !
  • Louise Bourgeois e l’infanzia mitologica
  • Vangoghian still life

DALLA PARTE DI ALBERTINE

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“Il mio sogno…!”

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Psiche

  • Dipendenza da social, trasformazioni nel cervello. Intervista a Stefano Vicari

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  • Manipolazione psicologica e violenza. Intervista a Costanza Jesurum

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  • “Il declino del desiderio”. Intervista a Luigi Zoja

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Portfolio

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Hommage À Hopper

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