Dettagli cinesi di Charles-Henry Bédué

Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB

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Charles-Henry Bédué

E’ stato inserito da Foam tra i giovani talenti della fotografia che indicano le direzioni future. Charles-Henry Bédué nel suo progetto L’Habit fait Le Moine descrive  il materialismo nella cultura cinese oggi. Realizzato tra il 2011 e il 2013 a Pechino, il progetto si concentra su oggetti di consumo come abbigliamento, scarpe, borse, telefoni cellulari, prodotti alimentari eccetera – il tutto colto nei luoghi  esclusivi in cui si ritrova  l’élite emergente. Charles- Henry Bédué (1980) lavora con il video e la fotografia. Si concentra su una ricerca personale ed esistenziale. Il suo lavoro è interessante perché cattura una texture diversa in modo dirompente rispetto al ‘blu Cina’ del passato. Isolando il gesto, il dettaglio il fotografo dà un taglio originale del fenomeno sociale che sta rivoluzionando un Paese in crescita costante. Con quei colori, poi, ci porta in un’estetica sgargiante in cui la cosa principale è essere notati, come si addice alle rampeuses di ogni latitudine.

Intervista a Charles-Henry Bédué

Come ha avuto l’idea di fotografare i cinesi?
L’idea è nata mentre stavo lavorando per la rivista cinese creata da Hung Huang, in qualità di fotografo responsabile delle copertine e dei reportage di moda, ogni mese. E’ stato un dolore all’inizio perché facevo quel lavoro solo per guadagnarmi da vivere; non appartengo al  mondo della moda, fotografo i vestiti sulle persone come piatti in un lavandino, o bambini che giocano. Un giorno ho fatto una foto interessante accidentalmente, il tipo di foto in cui niente di “importante” era leggibile . Mi sono reso conto che, senza alcun “giudizio ” su “dove sono e cosa sto facendo là” , la buona immagine poteva emergere di per sé. Ho deciso di togliere le facce perché i volti sono troppo “spettacolari” per me, è troppo facile identificare luoghi, e preferisco lasciare che il lettore immagini quello che vuole. Anche perché la maggior parte delle facce che vedo sono maschere nella società, a causa delle convenzioni sociali .

Il suo punto di vista è spesso stretto sui dettagli e su una specie di texture estetica di quel mondo…
I dettagli sono significativi perché lasciano immaginare il resto. Vedo il mondo come un percorso su carta da parati. Dapprima macchie di colore attraggono il mio sguardo, coprono la realtà ideale che posso solo immaginare, come un velo delicato.

Le mie foto scattate in Cina non parlano specificamente della Cina, sono dettagli del mondo. Il viaggio in sé significa più della destinazione/soggetto che sto attraversando. Ora sono a Parigi, a settembre, spero, a New York, ma il mio sguardo è lo stesso su tutto. L’Habit fait Le Moine si può sviluppare ovunque.

Lei è stato inserito in una rosa dei più innovativi talenti della fotografia. Come vede il suo futuro?
Il futuro si scrive ora. Sto terminando la redazione del mio primo libro Il culto del Sé , la raccolta di tre serie dal mio blog www.charleshenrybedue.tumblr.com. Vorrei mostrare l’unità del mio lavoro, disegnare la strada che ho percorso in questi ultimi quattro anni, dall’Asia all’Europa. Le immagini di questo libro sono vendute direttamente ai compratori senza mediazione di gallerie, con la nuova idea di realizzare una serie sul mio lavoro  nell’intimità della casa . Quando le immagini sono vendute, incorniciate e appese, faccio una nuova “foto della foto” sul posto con una fotocamera di grande formato; il risultato può essere collocato nella stessa location o nella casa di un nuovo acquirente, per creare una mise an abyme del mio lavoro (foto di foto di foto…) che può diventare vertiginosa nel futuro.

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