Fame di realtà. Un Manifesto

Last Updated on 12 Luglio 2011 by CB

9.

Nel 450 a.C. Bacchilide scrisse: “Un autore rubacchia il meglio di un altro e lo chiama tradizione” .

10.

Nel II secolo a. C. Terenzio disse: “E’ impossibile dire qualcosa che non sia già stato detto”.

47.

Ho sentito una guida alla National Gallery chiedere al gruppo che cosa rendeva Rothko tanto grande. Qualcuno ha buttato lì: “I colori sono bellissimi”. Qualcun altro ha fatto notare che su di lui erano stati versati fiumi d’inchiostro. Una terza persona ha sottolineato quanto avevano sborsato per i suoi quadri. La guida ha risposto: “Rothko è grande perché ha costretto gli artisti venuti dopo di lui a cambiare il loro modo di pensare alla pittura”. Questa è la definizione di grandezza artistica più efficace che abbia mai sentito.

50.

Ormai i creatori di personaggi in senso tradizionale non sanno offrirci altro che marionette in cui loro stessi hanno smesso di credere. Questo è un periodo di ragionieri.

58

il mio mezzo è la prosa, non il romanzo.

66

Oggi le energie creative più convincenti sembrano orientate verso la non-fiction.

103

Un memoir (ambizioso) non è solo la cronaca di un’esperienza, è piuttosto la storia di una coscienza in lotta con l’esperienza.

166

Qualsiasi cosa sia passata al vaglio della memoria è fiction.

181

Il saggio è una doppia traduzione: il ricordo traduce l’esperienza, la scrittura traduce il ricordo.

191

Sono interessato al limite in generale, alla linea di confine tra quelle che appromassimativamente vengono chiamate fiction e non-fiction.

225

Conta solo l’arte. Essere vivi non è un titolo di merito.

226

La vita che viviamo non è un soggetto sufficiente per un artistaserio: dev’essere una vita con un’inclinazione, una vita con la tendenza a modellarsi solo in certe forme.

312

Mi basta passare ai posteri come quello del taglia e cuci.

321

La trama sembra affermare che tutto accade per una ragione, mentre io voglio dire: Eh no che non è così.

324.

L’assenza della trama lascia al lettore l’agio per pensare ad altro.

330.

D’istinto tutto quello che scrivo mi sembra in qualche modo un collage. Il significato, alla fine, è solo una faccenda di dati adiacenti.

387.

La saggistica: il teatro del cervello.

404

E’ naturale discutere e litigare con gli altri, perché è naturale litigare con se stessi: la mente opera per contraddizioni.

457.

Ricapitoliamo: mai più maestri, mai più capolavori. Quello che voglio (al posto di Dio, il romanziere) è un autoritratto in uno specchio convesso.

469.

La storia in realtà non esiste, esiste solo la biografia.

553.

L’intensità letteraria è inseparabile dall’autocompiacimento e dall’autosmascheramento.

562.

Quando hai finito le frecce, devi lanciare il tuo corpo verso il bersaglio: ecco come si scrive.

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D.Shields, Fame di realtà, (Fazi 2010) – prefazione di S. Salis

Nicola Lagioia su Fame di realtà

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