Federico Garcia Lorca

Last Updated on 3 Dicembre 2003 by CB

Il poeta del dramma: lo è la sua opera, ispirata ai contrasti, e lo è la sua morte: fu fucilato dalla guardia civil. In Rete ci sono le poesie, spesso accompagnate da un profilo biografico e dai suoi disegni d’impronta post-cubista.Federico Garcia Lorca nasce a Fuentevaqueros, vicino a Granada, nel 1898. Dal 1919 al 1934 vive principalmente a Madrid, dove frequenta la cerchia di artisti come Salvador Dalí e Luis Buñuel.

Le sue fonti d’ispirazione poetica sono la terra andalusa, la tradizione popolare e quella colta, il surrealismo. Via via la sua poesia diventa prima gitana diventa narrativa, drammatica, sempre con una forte capacità di mitizzare il paesaggio e la tradizione della sua terra. La sua opera è pervasa dall’angoscia, da un senso della morte onnipresente con l’amore.

Si esprime anche nella pittura e nella musica. Nel 1922 crea insieme col compositore Manuel de Falla il progetto del primo festival del cante jondo, il canto zingaresco tipico della Spagna meridionale.

Muore fucilato dai nazionalisti, nel 1936, poco dopo l’inizio della Guerra civile, a Viznar.

Nel 1934 dichiara in un’intervista al quotidiano El Sol: «A questo mondo io sono e sarò sempre dalla parte dei poveri. Sarò sempre dalla parte di coloro che non hanno nulla e ai quali si nega perfino la tranquillità del nulla. Noi – e mi riferisco agli uomini di estrazione intellettuale ed educati nell’ambiente delle cosiddette classi benestanti – siamo chiamati al sacrificio. Accettiamolo. Nel mondo non lottano più forze umane, ma telluriche. Se mi pongono su una bilancia il risultato di questa lotta, in un piatto il tuo dolore e il tuo sacrificio, e in un altro la giustizia per tutti, pur con l’angoscia di un futuro che si pronostica, ma non si conosce, io su quest’ultimo piatto batto il pugno con tutta la mia forza.»

Scrive Jorge Guillén, uno dei suoi amici madrileni, nel Prologo all’opera completa (pubblicata da Aguilar): «Federico Garcia Lorca fu una creatura straordinaria. Creatura questa volta significa più che uomo. Federico infatti ci metteva in contatto con la creazione, con questo tutto primordiale dove risiedono le fertili forze. Quell’uomo era prima di tutto sorgente, freschissimo zampillo di sorgente, trasparenza originaria alle radici dell’universo.»

Alba
Il mio cuore oppresso
con l’alba avverte
il dolore del suo amore
e il sogno delle lontananze.
La luce dell’aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell’anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l’immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall’aurora
e con un’anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!

Perchè per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta.

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