Gilbert Garcin, surrealista cool Mister G.

Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB

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Gilbert Garcin – Se rendre utile

Il suo mondo surreale, le sue immaginifiche allegorie hanno quella patina ‘antica’ che in tempi di Instagram le rende moderne, anche per la confusione tra realtà e riproduzione del reale. Con i suoi fotomontaggi Gilbert Garcin attinge all’inconscio, ai ricordi e ai sogni – e alla pittura, alle illustrazioni, al cinema (al Monsieur Hulot di Jaques Tatì, con indosso impermeabile e cappello, si ispira per la creazione di Mister G.) – creando immagini in cui il fulcro è la figura umana;  la poetica struggente dell’eccentrico fotografo-filosofo è il suo continuo raccontarci l’essere-nel mondo.

Un percorso tanto più originale se si pensa che Garcin arriva in età avanzata alla fotografia da pensionato. Nato a La Ciotat nel 1929, dopo la laurea in Economia ha diretto una società di importazione di lampadari. All’età di 65 anni, una volta in pensione, ha vinto un premio fotografico per seguire un workshop in occasione dei Rencontres di Arles; lì ha scoperto le potenzialità del fotomontaggio, che diventerà poi la base del suo lavoro fotografico. Non capita tutti i giorni in effetti – dice di lui Yves Gerbal in Faire de son mieux (Filigranes Éditions, 2013) – vedere un uomo consacrarsi alla vendita di apparecchiature per l’illuminazione e poi attendere il momento della pensione per dedicarsi all’arte della LUCE. Ed è altrettanto insolito che un dirigente d’azienda intraprenda una seconda carriera in campo artistico e superi di gran lunga il livello di dilettante.  La Galleria del Cembalo a Roma dedica a Gilbert Garcin una mostra che è occasione per addentrarsi tra le sue immagini metafisiche realizzate in studio, con piccole sagome di cartoncino illuminate con sapienza.

Gilbert Garcin

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