Last Updated on 6 Marzo 2015 by CB
Parlando delle foto dei teatri vuoti di Sugimoto – paragonate a quelle sullo stesso tema di Diane Arbus – Geoff Dyer scrive che con lui «si arriva al concetto opposto di quello che non si può vedere: la luminosità assoluta. Forse qui avviene qualcosa di filosofico: qualcosa che ha a che fare con l’idea orientale dell’illuminazione (l’esperienza di essere nella luce) mentre il flusso di immagini si dissolve, trascende se stesso lasciando dietro di sé questo bianco abbagliante». Ecco, le sue immagini colpiscono soprattutto per questa idea della luce che trascende le immagini, che è insieme pura astrazione e pura presenza. Un’dea orientale del vuoto , nel quale si dà consistenza, aldilà di forme quasi impalpabili, a qualcosa che è insieme energia e durata oltre il tempo.
Un’occasione per ripercorrere le immagini del grande maestro giapponese è la mostra antologica (dall’8 marzo al 7 giugno 2015 alla Fondazione Fotografia Modena).

Photogenic Drawing 017, 2008
stampa virata ai sali d’argento, 93,7×74,9 cm
courtesy l’artista
Il percorso ripercorre l’intera carriera dell’artista, presentando alcune pietre miliari della sua ricerca: dai misteriosi orizzonti marini della serie Seascapes ai celebri Theaters, appunto, ripresi con lunghissimi tempi d’esposizione; dai Dioramas realizzati nei musei di storia naturale fino alle recenti fotografie ‘out-of-focus’ dedicate alle icone dell’architettura modernista. Il percorso comprende inoltre alcuni famosi Portraits di personaggi storici in cera e lavori ispirati ai primi esperimenti fotografici condotti da William Henry Fox Talbot (1800-1877): i Photogenic drawings, ricavate rifotografando i negativi di Talbot e colorando le successive stampe, e i Lightning fields, ottenuti direzionando sulla pellicola fotografica una scarica elettrica da 400 mila Volt con un generatore Van de Graaff. Alle fotografie si aggiunge per la prima volta la presentazione delle 51 monografie sull’artista, e pubblicate in tutto il mondo dal 1977 al 2014.

Bay of Sagami, Atami, 1997
stampa ai sali d’argento, 119,5×149 cm
courtesy l’artista

Birds of The Alps, 2012
stampa ai sali d’argento, 119,5×171,5 cm
courtesy l’artista