Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB

«Lei noterà che la figura non è al centro della lastra. Il motivo è che io ero solo; corsi a mettermi di fronte all’apparecchio… ma finché l’immagine non fu presa non potei rendermi conto che non ero al centro».
Così nel 1893 Robert Cornelius racconta la foto a un intervistatore – come riporta Beaumont Newhall nella sua storia della fotografia. L’autoritratto, il piacere del self(ie) è nato con la fotografia, con l’arte solo che i telefonini – magari montati su un bastone o agiti con il telecomando – li hanno trasformati nel gesto irresistibilmente veloce che conosciamo. Ma il primo autoritratto fotografico della storia non ha richiesto pochi secondi: almeno un quarto d’ora di posa oltre che l’uso di sostanze chimiche e la costruzione di una ripresa personalizzata. Eppure a Robert Cornelius riesce anche un’espressione casual, ruvida da tenebroso e piuttosto spettinata.
Il suo scatto arriva mesi dopo l’invenzione nel 1839 di Daguerre. Cornelius montò l’apparecchio fotografico nel retro del negozio di lampade di proprietà della famiglia a Center City, Philadelphia. Poi tolse il tappo e corse di fronte all’obiettivo, e restò immobile, per un minuto circa. Era un chimico, esperto nella lucidatura dei metalli e placcatura dell’argento.
L’immagine ha contribuito a smentire i critici di Daguerre che sostenevano che il processo fosse troppo ingombrante per fare ritratti, e incoraggiò Cornelius ad aprire uno dei primi studi negli Stati Uniti. Il dagherrotipo si trova alla Library of Congress, con una nota di Cornelius sul retro: The first light-picture ever taken. 1839.