Last Updated on 3 Aprile 2013 by CB
Anche in questo schizzo psicologico en plein air che ritrae un gruppo di amici in campagna durante un fine settimana si intravvede come Peter Cameron sia influenzato dalle grandi scrittrici inglesi degli anni Cinquanta nel suo tratteggiare personaggi e situazioni in modo veloce ma abilmente introspettivo, con il favore di una luce che fa baluginare anche solo per poco una qualche imprescindibile evidenza.
Del resto, non bastasse la citazione all’inizio di Rose Macaulay – Come si fa a sapere chi sono gli altri?… Forse non lo sapremo mai; forse è impossibile afferrare le persone: ci scivolano fra le mani come l’acqua, che non è mai la stessa – lui stesso ci aveva confidato in un’intervista un debole per quella scrittura. The Weekend, scritto nel 1994 e tradotto ora da Adelphi, racconta di una coppia, John e Marian, che ospita un loro amico storico, compagno per anni del fratellastro di John, morto un anno prima proprio in quella villa. Quando Lyle si presenta insieme al suo nuovo e giovane partner, Robert, per il gruppo il ricordo del defunto Tony si fa incombente e fa precipitare gli eventi. Non è detto che tutti i dolori siano utili, ma certo molti sembrerebbero inevitabili. “Incontri una persona e la inganni, oppure è lei a ingannare te, e poi si volta pagina”.
Coral Glynn – Intervista a Peter Cameron
Un giorno questo dolore ti sarà utile