Last Updated on 5 Marzo 2015 by CB


Le polemiche sul premio dato dal prestigioso World Press Photo al fotografo italiano si chiudono con il ritiro del premio. Ma non per la questione sollevata in un primo tempo sulla legittimità di ammettere – e premiare – in una competizione di fotogiornalismo una serie con foto staged e l’utilizzo della torcia (nella foto in alto). Dopo una prima indagine (anche scaturita dalle proteste formali del sindaco di Charleroi per aver ‘diffamato’ la città raccontata da Troilo come il cuore nero d’Europa) che aveva confermato il premio nella categoria Contemporary Issues, una seconda indagine si è resa necessaria dopo la scoperta, poi confermata dallo stesso Troilo, che la foto che mostra un pittore mentre realizza un’opera è stata scattata a Molenbeek, un municipio di Bruxelles, e non a Charleroi come dichiarato al momento della partecipazione al concorso. Questa informazione falsificata è una violazione alle regole di partecipazione e per questo World Press Photo ha ritirato il premio.
Il dibattito in corso sulle definizioni di fotografia, fotogiornalismo e fotografia documentaria è necessario, e avrà conseguenze per l’etica dei professionisti, ha detto il direttore del WPP, Lars Boering. Siamo nel mezzo di questo dibattito e ci proponiamo di utilizzarlo come una esperienza di apprendimento.
Aldilà del fatto che la decisione di ritiro del premio è stata presa per una foto diversa da quelle che avevano sollevato critiche e discussioni, non dovrebbe essere l’autorevole premio a dare la linea sull’etica del fotogiornalismo, a prescidere dalle polemiche ex post?