La vedova scalza

Last Updated on 2 Maggio 2006 by CB

Un libro ispido, duro, aspro, proprio come la terra che descrive, la Barbagia. Una terra dove si vive «di rabbia e illusioni», dove tutto è intenso, dai colori agli odori, dagli sguardi ai sentimenti. Il racconto, una storia d’amore tragica, ci arriva da lontano, dall’Argentina dove Mintonia, la protagonista, ha trovato rifugio, dopo aver consumato la sua vendetta. Quando le hanno riportato a casa il suo Miccheddu «spoiolato e smembrato a colpi di scure come un maiale» giurò che si sarebbe vendicata. «Da noi a Taculè, gli sgarri vengono restituiti sempre con gli interessi e un morto ammazzato senza motivo se ne porta subito altri appresso…»Una vicenda tutta al femminile raccontata da una donna forte, altera, che trova la sua unica consolazione nella lettura, che più tardi le permetterà di scrivere e raccontare la sua storia. Una vera rarità per chi come lei proviene da una famiglia di analfabeti. Da bambina rimase affascinata dalle favole di Esopo, perché «il mondo di Esopo era preciso a quello di Laranei e Taculè, (i paesi dove era nata e vissuta) sembrava allegro, ma era triste». Di quel libro non dimenticherà mai la frase di chiusura della favola del lupo e dell’agnello: «Chi è più forte vuole avere tutto, anche ragione».

Il suo mondo è così, le illusioni si scontrano con una realtà di miseria e violenza, il codice d’onore è ferreo e nessuno vi può sfuggire, neppure lei, che fin da bambina è stata ribelle. Amare Miccheddu, che si è dato alla banditanza, fa di lei una reietta, tutti l’abbandonano a un destino che si è cercata, come se fosse stato possibile sfuggirgli.

Come in una vera tragedia greca la storia ha un crescendo continuo fino all’ ultimo atto in cui si consuma la tanto agoniata vendetta che permette di rinascere a nuova vita, sempre vissuta nel ricordo di un amore finito male, prima del tempo, ma consumato con la vera passione di chi ha bisogno d’amare per sentirsi vivo.

L’autore, Salvatore Niffoi, sceglie il dialetto. Solo quella lingua ha il diritto di raccontare quei luoghi e le sue creature. Una scelta che, se anche risulta impegnativa per il lettore, è vincente perchè avvicina, coinvolge, compenetra. Ogni capitolo si chiude con una filastrocca, canta che ti passa, è la semplice filosofia che aiuta ad allontanare gli spettri della fatica di vivere.

«a banditare vi cherete astuzia
a istudiare volontade
a trabagliare vi cherete passenzia
a campare libertade».

(Raffaella Soleri)

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