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L’odio di Franzen per l’e-book

Last Updated on 31 Gennaio 2012 by CB

Di malesseri ne crea tanti il libro digitale. Ma nessuno si era mai spinto a definire gli e-book un danno per la società. Lo ha fatto Franzen, dall’alto della sua fama di autore di best seller, Correzioni e  Libertà.

Parlando all’ Hay festival di Cartagena, in Colombia, Franzen ha ribadito la sua convinzione che gli e-book e gli strumenti come Kindle Amazon non avranno mai il fascino della carta stampata.

La tecnologia che preferisco è quella usata per realizzare l’edizione tascabile americana di Freedom. Posso spruzzare dell’acqua sul libro e quello, asciugato, continuerà a funzionare e continuerà a funzionare anche tra 10 anni. Per forza che i capitalisti odiano i libri cartacei: non sono un grande affare!

Per un lettore serio – ha detto – il senso di permanenza materiale dell’oggetto libro è sempre stata un esperienza essenziale. In un mondo in cui tutta l’esperienza si sta facendo fluida, l’immutabilità del testo cartaceo è una certezza.

Il capitalismo – ha aggiunto – e in questo senso anche gli e-book vogliono creare un mondo dove non c’è più alcuna permanenza di questo tipo. Ma è un progetto di contingenza radicale che mi sembra incompatibile con un sistema basato sulla giustizia e sull’autogoverno responsabile.

Franzen conclude dicendo che se tra 50 anni i libri di carta avranno perso la loro importanza, avrà  la fortuna di non esserci più.

Che dire? La sua visione da melanconico passatista è condivisibile; un libro è un’esperienza estetica insostituibile. Un po’ più ostica la relazione che stabilisce tra capitalismo e permanenza; la sua interpretazione del fenomeno abbraccia la nozione di società liquida, fluida, e ne fa un incubo, dal quale conta di restare immune perché tra cinquant’anni avrà la fortuna di non esserci più. La cosa più stupefacente, in Franzen come in altri meno noti detrattori dell’ebook, è che non si considera lo scenario più probabile – che libro e lettura digitale coesistano – ma si preferiscano toni apocalittici.

Anche ammettendo che, come prevedono alcuni, l’ebook entro il 2015 raggiunga il 20% del mercato, resterà comunque in forte minoranza rispetto  al sovrano libro di carta. Le proporzioni potrebbero cambiare tra cinquant’anni, ma certo il libro non scomparirà. Probabilmente, anzi, il libro cartaceo diventerà sempre più il supporto ‘nobile’ della scrittura, sinonimo di qualità. Per i suoi bassi costi e la possibilità di self-pubblishing, la libreria digitale sarà una grande arena democratica e un pungolo competitivo per gli editori tradizionali. Li obbligherà a essere ancora più editori, a pubblicare meno titoli di quanto accada oggi, ma più validi. Di tutto questo uno scrittore dovrebbe rallegrarsi.

Jonathan Franzen: e-books are damaging society – Daily Telegraph

Cosa pensano alcuni autori italiani degli ebook

Vedi alla voce ebook – Treccani

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1 thought on “L’odio di Franzen per l’e-book

  1. Ciao, sono uno di quegli “alcuni” che prevedono il 20% di ebook per il 2015 (e non in base a particolari “visioni”, ma perché negli USA è già successo, nel 2011) 🙂
    Per quel che conta, vorrei solo dire che condivido totalmente la tua visione. Aggiungendo solo che l’ansia di teorizzazione pseudo-intellettuale di fenomeni come questo da parte di Franzen mi sembra assai patetica. Rivolgersi please ai grandi gruppi editoriali mondiali che si sono arricchiti sulla carta, nonché alle major discografiche orfane della plastica dei CD, e sottoporre a verifica la tesi “i capitalisti odiano i libri cartacei” 😀 Ma per favore, possiamo di tanto in tanto dire che anche gli artisti a volte dicono stronzate? Franzen l’ha detta.

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