Last Updated on 19 Febbraio 2013 by CB
L’uomo che amava Dickens riunisce undici racconti quasi tutti inediti in Italia di Evelyn Waugh, scritti nell’arco della sua vita creativa, dal 1925 al 1962. Undici pezzi di pura maestria: dialoghi a rotta di collo, battute fulminanti, un sense of humour che più cattivo non potrebbe essere e a cui tutti in seguito si sono ispirati: da Eugene Ionesco ad Alberto Arbasino a Alan Bennett. Per la prima volta presentati tutti insieme al lettore italiano questi racconti sono un’autentica scoperta letteraria.
“Se ci fosse un’università per scrittori, renderei obbligatoria la traduzione di almeno uno di questi racconti. Perché? Perché si impara che cos’è un dialogo senza fronzoli. Perché si capisce che un personaggio non possiede solo la propria voce, ma anche una faccia e un carattere, che possono essere del tutto indipendenti dalla vostra volontà. Perché ogni parola sembra messa lì per caso e invece è di una precisione fulminea. E poi perché si ride, ma tanto, e non si vorrebbe smettere mai”, scrive Mario Fortunato.
Un esempio, questo incipit fulminante. John Verney sposò Elizabeth nel 1938, ma fu nell’inverno del 1945 che giunse a odiarla con costanza e tenacia. Prima di allora, c’erano state innumerevoli ma brevi folate di odio, che del resto per lui erano piuttosto abituali. (tratto da Esercizio tattico , p. 137)
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