Last Updated on 7 Ottobre 2010 by CB
“Pensavo fosse uno scherzo”. Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa commenta così la notizia che l’Accademia reale di Svezia gli ha assegnato il premio Nobel per la Letteratura 2010. “Non pensavo di essere fra i candidati” – ha poi aggiunto il romanziere 74 enne. Dopo due anni nei quali il premio era andato a scrittori poco noti al grande pubblico, la vittoria di Vargas Llosa rappresenta – come era avvenuto per Doris Lessing (2007) e Orhan Pamuk (2006) – una scelta popolare, per notorietà e diffusione dei suoi libri. La motivazione ufficiale dell’Accademia di Stoccolma recita che il premio viene assegnato a Vargas Llosa “per la sua cartografia delle strutture del potere e la sua acuta immagine della resistenza, ribellione e sconfitta dell’individuo”. Intervistato da una radio colombiana, Vargas Llosa ha anche detto che il suo premio “costituisce un riconoscimento per la letteratura sudamericana e per la lingua spagnola”.
Il paradiso è altrove – Libri di Rainews
Nato ad Arquipa nel 1936, Vargas Llosa ha debuttato sulla scena letteraria alla fine degli anni Cinquanta. Esuberante e controverso, la sua vita è stata contrassegnata dall’impegno letterario e dall’attività politica, che lo ha portato anche a candidarsi alla presidenza del Perù. Tra i suoi libri più noti si ricordano “Conversazione nella Catedral”, “La casa verde” e “Avventure della ragazza cattiva”.
Intervista a Mario Vargas Llosa – Incontri di Rainews
La scelta degli accademici di Stoccolma ha, una volta di più, smentito i pronostici della vigilia che
indicavano come grandi favoriti il keniota Ngugi e lo statunitense Cormac McCarthy. E proprio a New York lo scrittore peruviano ha saputo di essere stato premiato. “Ero sveglio, lavoravo dalle cinque del mattino – ha raccontato – quando ha squillato il telefono. Patricia (la moglie, ndr) ha risposto e mi ha detto, ha chiamato un signore che parlava inglese ma è caduta la linea”.
La biografia di Vargas Llosa è cosmopolita: infatti, oltre che nel suo Paese natale, lo scrittore ha vissuto anche in Bolivia e quindi a Madrid e a Parigi, dove – come ogni autore che si rispetti – ha ricevuto una gran parte della propria educazione sentimentale di scrittore. Il suo debutto letterario risale alla fine degli anni Cinquanta, ma il suo primo libro importante arriva nel 1963, “La città e i cani”, ambientato nel collegio militare di Lima.
Esuberante e prolifico, Vargas Llosa ha sempre alternato letteratura e impegno civile, arrivando anche a candidarsi alla presidenza del Perù, in opposizione al controverso Alberto Fujimori. Anticonformista anche in politica, in un continente dominato da figure dichiaratamente di sinistra come Gabriel Garcia Marquez e Isabel Allende, Vargas Llosa ha incarnato posizioni più di destra, seppur sempre in maniera personale. Da ricordare il suo giudizio positivo su Silvio Berlusconi, definito un “caudillo democratico”, sottovalutato all’estero.
Proprio Garcia Marquez nel 1982 era stato l’ultimo grande scrittore sudamericano a ricevere il premio Nobel. Con il riconoscimento a Vargas Llosa si apre forse una nuova stagione per la letteratura del continente che, partendo dal successo postumo del cileno Roberto Bolano, sta ora vivendo un momento di grande creatività e successo.