Meglio di niente

Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB

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Dorothea Lange, Scene along “Skid Row.” Howard Street, San Francisco – Library of Congress
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Dorothea Lange, Migrant Mother, Nipomo, California, 1936 – Library of Congress

«Quando i tempi si fanno davvero duri – e questa è un’altra lezione della fotografia documentaria del periodo: i tempi possono sempre peggiorare – il cappello è ridotto a null’altro che un cuscino. Nel 1934, a Skid Row, un quartiere malfamato di San Francisco, Dorothea Lange fotografò due uomini che dormivano raggomitolati sul duro letto di Howard Street. Se prima avevano le spalle al muro, ora hanno la testa sul marciapiede. Eppure, hai la sensazione che sia una fonte di conforto, meglio di niente.

A un tale livello di miseria, anche soddisfare i bisogni primari – cibo e riparo – richiede calcolo e furbizia. Quando la difficoltà raggiunge un certo livello, come dimostra la famosa foto della Migrant Mother, anche l’istinto esige il pensiero se c’è la possibilità di ottenere un risultato.  L’aspetto familiare di quell’angoscia desertica è anche espressione di una meditazione infinita e vana. In un periodo di estrema penuria economica ciò che colpiva la Lange era il potenziale esubero di pensieri che questa stessa penuria generava, esasperava e in definitiva sprecava. Ed è nelle mani piuttosto che nella testa e negli occhi che questa attività mentale è evidente in maniera più marcata.  Anche quando il cuore smette di battere le dita sono ancora agitate, cariche di vita; quando sono ferme hanno la preoccupata serenità dei sogni che continuano insoddisfatti con la stessa violenza».

(Geoff Dyer, L’infinito istante, Einaudi,  pgg. 100-101 e pag. 56)

*Una curiosità sulla foto Migrant Mother: nello scatto originale si vede il dito di una mano in basso a destra, che è stato ritoccato nella foto diffusa e poi diventata l’icona che conosciamo. Sul sito della Library of Congress si possono vedere entrambe.

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