Last Updated on 26 Gennaio 2004 by CB
Dolorose, crude, quasi insostenibili. A tre anni dalla sua pubblicazione, questa raccolta ragionata di immagini dei campi di concentramento e di sterminio nazisti rimane un un documento necessario. Da riscoprire nella Giornata della Memoria.Sono oltre trecento, in gran parte poco note. Ci sono immagini di propaganda nazista, foto di fotoreporter professionisti e di ignoti amatori, scatti di membri degli eserciti francese, inglese, americano e sovietico nei momenti della liberazione; foto dei luoghi e dei sopravvissuti scattate dal 1945 a oggi.
Immagini tanto più significative, perché inserite in un lavoro critico e analitico che arriva dopo un periodo di sovraesposizione di questo materiale iconografico, nel Dopoguerra, e di ‘rimozione’, negli anni di riconciliazione con la Germania.
Clement Cheroux e gli altri storici propongono una sistemazione definitiva dei documenti attualmente disponibili, di cui molti inediti; riflettono approfonditamente e si interrogano sul perché le immagini che già esistevano nel 1944 non siano state per la gran parte né pubblicate né consapevolmente esaminate. Come Cheroux stesso commenta «tutto era lì, allo stato latente. Ma per cambiare il corso della storia, sarebbe stato necessario voler vedere e saper vedere».
L’opera si divide in tre parti. La prima parte, dal 1933 al 1945, evidenzia le differenze tra i campi di concentramento e quelli di sterminio, tra la situazione dei campi prima e durante la guerra, tra le diverse categorie di popolazioni internate. Molte di queste fotografie sono state scattate clandestinamente dai deportati, a rischio della loro vita.
Nella seconda parte, che comprende il periodo tra la fine del 1944 e l’estate del 1945, ci sono fotografie scattate alla liberazione dei campi da parte dell’esercito alleato. Sono opera di fotogiornalisti e di qualche dilettante. Nella terza parte, dalla fine della guerra ai giorni nostri, ci sono lavori di fotografi contemporanei sulla memoria dello sterminio.