Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB

L’esposizione che apre a Roma (Ara Pacis, 13 ottobre – 19 febbraio 2017), ci mostra l’artista con fotografie, opere d’arte e documenti del Musée national Picasso. Ci sono opere inedite presentate al pubblico per la prima volta, e ci sono le prime esplorazioni, dal 1901, della fotografia, sia come ispirazione da tradurre in pittura che come mezzo per documentare l’avanzamento delle sue opere. Picasso poi punto abbandonò la macchina fotografica e collaborò con fotografi d’avanguardia, anche per favorire la migliore conoscenza della propria arte. È del 1932 l’incontro con Brassaï, in occasione della pubblicazione delle sue sculture nella rivista Minotaure. La compagna Dora Maar, con la sua declinazione surrealista del medium grazie anche all’applicazione di una rara tecnica incisoria i clichés-verre, la cosiddetta gravure diaphane, entrerà in scena nel 1936, giusto

in tempo per documentare la genesi e la segreta elaborazione di Guernica. Dopo aver fatto ritorno in Francia nel 1936, Picasso fu incaricato della realizzazione di un grande murales per rappresentare la Repubblica Spagnola nell’Esposizione Universale di Parigi del 1937. Mentre meditava sul soggetto, tuttavia, venne colto dalla notizia dello sterminio della popolazione della cittadella basca di Guernica, cinicamente uccisa dalla furia distruttrice di un bombardamento aereo nazista, inteso come un semplice esperimento terroristico. Turbato dal feroce crimine verso l’umanità, e assorbito nella volontà di denunciare le atrocità belliche, Picasso prontamente stese nel 1937 un’opera destinata ad assurgere ad icona: Guernica, per l’appunto. Ricorrendo ad un monocromo giocato esclusivamente sui toni del grigio, eco delle foto in bianco e nero che documentavano la tragedia, Picasso racconta la drammaticità del bombardamento raffigurando una stanza in cui figurano volti deformi, corpi sfatti e cavalli moribondi, restituendoci una delle opere che meglio incarnano il suo impegno morale e civile.

Picasso Images, Ara Pacis – Roma
Lucien Clergue. Le sue foto entusiasmarono Picasso