Psiche

Last Updated on 11 Ottobre 2008 by CB

Ha qualche senso recensire un disco in uno spazio dedicato ai libri? Se l’autore dei testi è Paolo Conte, sì. In un’intervista, quasi scusandosi, ha confessato che lui è uno che dice sempre le stesse cose. Dopo Elegia (2004), è uscito Psiche, (15 canzoni inedite). 

Understatement a parte – molti artisti, i più geniali, sono soliti ripetersi, citarsi e variare su pochi temi ricorrenti e idée fixes questo disco è davvero bello. Dal punto di vista musicale la novità è l’uso del synth, dunque una spruzzata di elettronica, che non stravolge però le atmosfere e l’immaginario classicamente ‘contiani’, che alternano la ballata al valzer parigino, lo stile jazzato ma non troppo, al sinfonico… C’è una canzone ‘caposseliana’ sul circo e la cavalla Ludmilla, un ritratto di donna misteriosa in Bella di giorno (duetta in francese con Emma Shapplin). La bellissima L’amore che, divagazione sentimentale su uno sfondo di musica da camera. Insomma una felice rivistazione del suo mondo. Nella quale spicca ancora una volta una lingua italiana luminosamente creativa, evanescente e precisa. Sospesa in un surreltà di metafore ardite e piccoli dettagli. Immaginifica e divertissement. Lieve. Poetica.

Dice del suo stile: “Credo fermamente che la gabbia metrica e la rigidità della lingua italiana (quasi impossibile da usare su accordi jazz, meglio invece su ritmi latino-americani), se all’inizio creano problemi, alla fine ti costringono a un’essenzialità che fa bene al testo. Forse è anche per questo che uno degli scrittori che amo è Simenon. Dei suoi libri Gide diceva: non c’è un’oncia di grasso letterario”. (dal Catalogo dei viventi, Marsilio)

Sui gusti letterari: “Io non sono uno che ha letto l’iradiddio, ho seguito degli innamoramenti. Pavese, per esempio, (…). Poi metterei il poeta greco Seferis, Kipling che amo moltissimo e Piero Chiara, grandissimo, per il mondo che racconta e per il linguaggio che usa”. (ibidem)

“Di certo c’è che io, da nordico, scrivo per raccontare storie, non sono madrigalista, lirico, come al Sud. Poi, raccontando storie, non voglio dare messaggi, fare l’engagé” (ibidem)

A Parigi il suo concerto è stato un trionfo, come sempre. Paolo Conte sarà a Milano allo Smeraldo dal 14 al 19 ottobre, a Roma al Sistina dal 18 al 23 novembre. (Cristina Bolzani)

Su Internet
Le parole: l’universo contiano
Paolo Conte, Parole e canzoni (Einaudi)
I testi delle canzoni
Sito ufficiale di Paolo Conte
Paolo Conte (selezione di siti web internazionali)
Swonderful.net
Paolo Conte su YouTube
Da Psiche:

L’amore che

L’amore che parla di sé in un bello sguardo.
La percezione in cui mi perdo
e l’oltre mare di un assurdo
sì…
L’amore che arriva con movenze lente
qui sotto gli occhi della gente,
mi parla con voce tremante…
sì.
Illudendo, lusingando
Incantando e come danzando
afferra le mani,
sì.
Affrettando, ansimando, provocando
e tutto abbreviando, come adorando,
sì.
Sì…
Ti amo tanto e ti sento arrossendo e impallidendo
quasi morendo, sì.
L’amore che trafigge me lascia che dica
“Non so cos’è.
Non lo so mica..
Ma credo in te dolce nemica….
sì”.

Il quadrato e il cerchio

Ho visto il cielo grigio
e frecce gialle e nere
attraversare spazi lunghi
e larghi in un quadrato ingordo mentre io …
… pensavo al cerchio che
nessuno vede, ma si sente
fremere e vibrare come
un lago indiano d’aria, ecco io …

ho visto una piscina a scacchi
gialli e neri… nuovi ricchi
arrivati ieri in fretta e furia
cosa penso io?..

pensavo ad un amico anche lui
lontanamente indiano, forse
un capo o una comparsa al cine,
cosa voglio io?..

ah, fatemi lavare
ah, fatemi nuotare
ah, ah, ah, fatemi svanire
il tempo è un cerchio che finisce
la dove comincia.. neanche una fessura lo interrompe come
quando penso io..
dico del mio silenzio indiano
un dialetto di lontani specchi
e nuvole parlanti, è così
che scrivo io…

Berlino

Piove a Berlino
una pioggia spagnola
e sulle scarpe nuove
di pioggia e pensieri
incantati affascinanti
prove di sogno
e di luce
deliranti esilaranti
vuoti ed erranti

E piove sul Buddha di giada
che sorride e sorride in pace
la piramide d’avorio
che ti inonderà
luce
da un gesto randagio
una carezza scende adagio.

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