Last Updated on 23 Aprile 2012 by CB
Nella foga di certe discussioni accademiche o pop sulla presunta fine della psicoanalisi, a volte si sottovaluta che la paicoanalisi di cui si parla oggi è diversa dal suo filone originario. Questo importante saggio descrive i cambiamenti per ciascuna delle architravi teoriche poste da Freud, mettendo a confronto psicoanalisi contemporanea e psicoanalisi classica , che – Morris N. Eagle lo ricorda – non è mai stata semplicemente o unicamente una forma di trattamento. E’ una teoria elegante e complessa che cerca di identificare le leggi fondamentali che sottostanno al funzionamento della personalità, alla genesi della psicopatologia e, in definitiva, alla natura umana. (Da Freud alla psicoanalisi contemporanea, p. XII).
Molto è cambiato, da quando Freud ha fondato la sua cattedrale. Due in particolare sono i cambiamenti che ci sembrano più rilevanti. Per esempio, e non è poco, l’attenzione degli psicoterapeuti si è spostata dalle pulsioni – la cui teoria è centrale per Freud – alla relazione con l’ambiente, ai rapporti con gli altri. Oggi si pensa che le patologie scaturiscano, più che da aspetti pulsionali – con relative dinamiche intrapsichiche di rimozioni e difese – da diverse ‘disfunzionalità’ relazionali.
(a destra, Morris N. Eagle)
Oggi c’è il rifiuto della visione classica secondo cui l’essenza della psicopatologia è un conflitto interno che ruota attorno ai desideri sessuali e aggressivi. Il consenso positivo che gli fa da contraltare è l’idea che la vita sia plasmata, resa completa o destrutturata in funzione delle relazioni oggettuali. Nelle parole di Mitchell (1988), “le relazioni con gli altri, e non le pulsioni, [sono] l’elemento fondamentale della vita mentale” (p.4).
Una sorta di corollario a questa posizione, un altro elemento di consenso, è il rilievo attribuito a un qualche tipo di fallimento genitoriale quale fattore eziologico fondamentale. Pertanto, con tutte le possibili differenze, le teorie psicopatologiche contemporanee sono, in un modo o nell’altro, modelli di fallimento ambientale, sono cioà psicologie ambientalistiche. La psicopatologia è principalmente attribuita a deprivazioni e deficienze della cura genitoriale precoce, che vanno da sottili fallimenti di sintonizzazioni e trascuratezze, rifiuti e abusi diretti e grossolani. A questo riguardo i modelli di fallimento ambientale sono simili alle teorie del,trauma, dove il grado del trauma varia lungo dimensioni sia quantitative sia qualitative . (pag. 188).
Un’altra trasformazione significativa ha a che fare con l’importanza della interpretazione del proprio passato – aspetto prima centrale – piuttosto che con la capacità di sperimentare dinamiche nuove, durante la relazione analista – paziente, e di saper immaginare un futuro diverso, saper diventare autori di rinnovate narrazioni di sé. Per molto tempo si è pensato che assumere uno sguardo rinnovato sul propro vissuto avesse una rilevanza per curare le psicopatologie, e che ‘l’insight’, l’intuizione profonda delle esperienze passate fosse fondamentale. Ora è rilevante creare un futuro con dinamiche adeguate.
La fede illuministica di Freud nell’imperativo socratico “conosci te stesso” come via maestra della cura non è condivisa da molti analisti contemporanei. (…) Il focus del trattamento si è spostato dallo scoprire verità su di sé che non erano accessibili a causa della rimozione o di altre difese al riorganizzare la propria esperienza e generare nuove prospettive narrative. (p.220) Da queste due diffenze sostanziali rispetto al passato risulta evidente com la psicoanalisi relazionale, un tempo ai margini, sia ora diventata mainstream, emarginando a sua volta la psicoanalisi “classica”. Di fronte a questo riposizionamento è fin troppo semplice, ma forse non privo di verosimiglianza, constatare quanto nella nostra ‘società liquida’ siano prevalenti le problematiche legate alla relazione con gli altri. E, allo stesso modo, quanto sia diventato inattuale un Super-Io frenante e normativo, in uno Zeitgesit nel quale, semmai, l’imperativo è diventato quello del godimento.