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Intermezzo

Last Updated on 27 Marzo 2004 by CB

Del grande critico francese che dedicò una vita a decrittare ‘segni’, una mostra romana (Palazzo Venezia, fino al 9 maggio) disvela i disegni. Ovvero fogli, tele, acquerelli, fedeli alla sua estetica del frammento.Bonito Oliva, curatore del catalogo, ricollega l’opera pittorica di Barthes a Masson e Pollock. E si riallaccia a una preziosa indicazione di Barthes stesso quando, commentando la sua estetica del frammento, cita la musica di Schumann come esempio supremo di chi ha compreso e praticato tale dimensione creativa: l’intermezzo.

La mostra si snoda in quattro sale, due dedicate ai disegni, una alle foto del maestro e una denominata «camera stereofonica» dove sono proiettate frasi di Barthes e si ascolta, in sottofondo, la sua voce.

Barthes (1915- 1980) ha scritto di cose diverse , dagli studi su Racine ai Miti d’oggi. Ha studiato in chiave strutturalista il Il sistema della moda. Ha valorizzato Il piacere del testo. Ha inanellato, illuminandoli di fulminanti intuizioni, i Frammenti di un discorso amoroso. Della scrittura, oltre che il piacere, ha scoperto la sensualità dell’atto stesso, nel giapponese Impero dei segni. Della fotografia ha teorizzato il punctum, nella Camera chiara. Molteplice negli interessi, ma unico – e ancora effice e pregnante – nello stile suggestivo e ‘letterario’ con il quale ha indagato sul ‘senso’, tenendo insieme rigore e improvvisazione.

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