Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB
La sensazione del colore è l’oggetto della sua opera. Ernst Haas (1921-1986) risolve così il conflitto che fa del colore , negli anni Cinquanta newyorkesi – lui, scoperto grazie a un reportage sulla Vienna del dopoguerra e sul rientro in patria dei prigionieri austriaci – una cornice decorativa. E siccome in quegli anni non ci sono altri modelli, trae spunto dalla pittura espressionista come dal cinema in technicolor e dai paesaggi di Eliot Porter.
«Ormai, Ernst Haas, primo e per molto tempo unico fotografo della Magnum a lavorare col colore, è diventato il fotografo divo di Life. Seguiranno i grandi portfolio sul Sudafrica, Parigi, Venezia, nei quali sperimenta un nuovo effetto flou a colori, di cui gli si può legittimamente attribuire la paternità. Lungi dal voler fermare il movimento, al momento dell’ “attimo decisivo”, Haas tende semmai ad accentuarne l’effetto visivo in una data frazione di tempo, di modo che i colori sembrino stesi col pennello. Life ritiene l’effetto tanto sorprendente da dedicargli tre portfolio, presentati come saggi fotografici. Questo procedimento, innovativo per il periodo, e che tende ad avvicinarsi alla pittura, sarà così tanto imitato da professionisti e amatori, da diventare, nei decenni seguenti, un vero e proprio luogo comune fotografico, soprattutto per la fotografia sportiva. Haas resterà molto legato a questo effetto fino alla fine della sua carriera».
(da Ernst Haas, Contrasto)
