Last Updated on 21 Aprile 2015 by CB
Tra i nomi della storia della fotografia che saranno rivisitati alla prossima edizione del Rencontres di Arles c’è quello di Stephen Shore, insieme a a Walker Evans nella sezione Relecture – l’histoire de la photographie revisitée.
Stephen Shore (nato nel 1947) insieme a William Eggleston ha molto contribuito ad affermare l’uso del colore nella fotografia; pratica che si è affacciata, con modesto seguito dalla critica, negli anni Settanta, per poi imporsi dalla metà degli anni Novanta.

Nel 1971 Shore fotografò gli edifici e i luoghi principali di interesse pubblico a Amarillo, in Texas. Per sottolineare il suo ritratto di Amarillo come generica città americana, Shore stampò le foto come normali cartoline. Non avendo venduto molte delle 5.600 cartoline che aveva stampato, le metteva poi negli espositori per cartoline di tutti i posti in cui andava (tanto che poi alcune gli furono rispedite da amici e conoscenti). La sua fascinazione per la fotografia presentata in uno stile quotidiano continuò anche l’anno dopo, con l’esposizione di oltre duecento fotografie scattate con una 35 mm Instamatic e stampate a griglia, che mostravano eventi quotidiani e oggetti di uso comune fotografati in modo casuale.

Solo dopo la pubblicazione di American Surfaces, nel 1999, Shore ha cominciato ad avere grande influenza sulle generazioni di fotografi d’arte contemporanea. Certo questo approccio libero alla creazione dell’immagine è antesignano – insieme all’attenzione per le piccole cose quotidiane – della fortuna che avrà, anni dopo, la fotografia da conversazione dei social e di Instagram.
A proposito, ecco il suo profilo: stephen.shore.