Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB
Nel settembre del 2011 – ricorda Paolo Ventura – mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli.
Le dodici serie fotografiche Storie brevi – circa sessanta immagini – saranno esposte alla Galleria del Cembalo (21 novembre-24 gennaio 2015). Nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, si raccontano le vicende di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. E’ una staged photography, nella quale le immagini sono costruite con mezzi diversi e poi fotografate, contaminando teatro, pittura e fotografia in chiave citazionistica.

E il protagonista è sempre lui, Paolo Ventura, e poi nelle scene la moglie, il figlio e il fratello gemello Andrea si alternano come vittime della sua fantasia.
Citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia.
Ne conseguono opere personalissime, ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.
Paolo Ventura è presente a Fotografia – Festival Internazionale di Roma con I funerali dell’anarchico, che prende ispirazione dai funerali delle vittime di Piazza Fontana, a Milano, nel dicembre 1969. Nel lavoro Ventura ritrae se stesso fino a diventare una folla, in una ossessiva, ostentata ripetizione.