Last Updated on 21 Settembre 2013 by CB
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Venezia mi sembra un simbolo dei cambiamenti in corso nelle nostre città. Io sono cresciuto in Alto Adige, dove ho visto di persona interi villaggi radicalmente trasformati dal turismo nel giro di pochi anni. Lo stesso si può dire di molte città, che si tratti di Firenze in Italia, Innsbruck in Austria o Heidelberg in Germania. Luoghi dove fino a qualche anno fa la vita procedeva sostanzialmente normale sono ora dominate dai servizi e dalle
infrastrutture che gestiscono il turismo di massa. Ma non è solo il turismo a trasformare le città. A Berlino intere aree sono state oggetto di cambiamenti profondi e rapidissimi ora che investitori da tutta Europa acquistano appartamenti nella capitale tedesca, e gli abitanti sono costretti dai costi imposti dal mercato immobiliare ad abbandonare i loro quartieri.
Venezia è un caso spettacolare e drammatico di questo fenomeno. Spettacolare perché resta una delle più belle città al mondo ed è quasi surreale quanto i numeri del turismo di massa siano sproporzionati rispetto alla popolazione della città. Ma anche drammatico perché Venezia non è una città qualsiasi: ogni veneziano che la lascia per trasferirsi sulla terraferma abbandona uno stile di vita che rischia di svanire per sempre. Lo spazio pubblico viene trasformato in una merce e le strategie dei vari gruppi di interesse si sostituiscono alla politica, lasciando gli abitanti rimasti con un profondo senso di impotenza.
(Andreas Pichler, regista di Teorema Venezia)
No alla Venezia mignon – Gianni Berengo Gardin