Last Updated on 28 Agosto 2018 by CB

Per molti il nome di Sophie Calle richiama alla mente l’opera allestita a Venezia nel 2007, quel meraviglioso divertissement di decostruzione e ricostruzione di un addio, della relazione – scomposta in variazioni di senso e di segno – con l’assenza di un Altro fantasmatico, un tempo amato. Prenez soin de vous ha reso famosa la sua cifra di artista concettuale non intellettualistica, divertente e visivamente intensa, ‘visionaria’. Anche nel suo lavoro Appointment with Sigmund Freud la storia dell’artista entra in primo piano, intrecciandosi con quella di Freud.
Si parte dall’autobiografismo anche nel suo nuovo lavoro, MAdRE, pensato da Sophie Calle proprio per l’allestimento al Castello di Rivoli (fino al 15 febbraio 2015). Si snoda in due percorsi, Rachel, Monique e Voir la mer distinti e uniti, nei quali si alternano opere incentrate sui temi dell’affetto e dell’emozione, sulla morte, sull’analogia madre|mare alla base del titolo della mostra: un mare che accoglie e accomuna, copre e investe un’immensità di sentimenti ed emozioni contrastanti. Photogallery

Rachel, Monique nasce dalla ripresa in video della morte della madre dell’artista – esposto alla Biennale di Venezia del 2007 – e poi l’opera si è evoluta accumulando elementi e ricordi quasi in forma di diario a ritroso. Sophie Calle stessa precisa l’oggetto della propria analisi: “Mia madre amava essere oggetto di discussione. La sua vita non compariva nel mio lavoro e questo la contrariava. Quando collocai la mia macchina fotografica ai piedi del suo letto di morte – volevo essere presente per udire le sue ultime parole ed ero intimorita che potesse morire in mia assenza – esclamò: Finalmente“.

Voir la mer è una video installazione appositamente concepita per la sala 18, che ha visto negli anni alcuni tra i più significativi progetti site specific per il Castello di Rivoli. Ancora l’artista introduce bene il progetto: “A Istanbul, una città circondata dal mare, ho incontrato persone che non l’avevano mai visto. Li ho portati sulla costa del Mar Nero. Sono venuti a bordo dell’acqua, separatamente, gli occhi bassi, chiusi, o mascherati. Ero dietro di loro. Ho chiesto loro di guardare verso il mare e poi tornare indietro verso di me per farmi vedere questi occhi che avevano appena visto il mare per la prima volta”.

Sophie Calle sa tenere insieme – raccontando – emozioni, capacità analitica, riflessione filosofica. La sua mise-en-place risulta coinvolgente per il visitatore, che può fare proprio il percorso dell’artista mentre ne apprezza l’unicità. E così il tema del distacco, della rottura amorosa, della morte, della vita intima diventa un grande intreccio, sapiente e intenso.
Castello di Rivoli (Torino) – MAdRE, Sophie Calle