Un Maugham di mondo

Last Updated on 6 Luglio 2013 by CB

Scintillante e malevolo Maugham, anche in questa raccolta di racconti – che si aggiungono alle piacevolissime Storie ciniche – incontriamo con la tipica scrittura ironica e distaccata i personaggi più eccentrici e inquietanti – spesso donne – ma rivestiti della patina rassicurante delle consuetudini sociali più trite, in ambientazioni ricche di mobili Chippendale. La sorpresa è sempre dietro l’angolo. Per esempio nel racconto L’impulso creativo nessuno sospetterebbe che questo nasca dalla fuga finale con la cuoca messa in atto dallo stolido marito della tirannica scrittrice Mrs. Forrester, indiscussa maestra del punto e virgola.

Il mondo letterario a lui ben noto è preso di mira, con le sue molte velleità e vanità e i pochi talenti; se non quando è la vita stessa che sembra dettare l’opera, come per la moglie del colonnello, insignificante fino a quando pubblica un’ardita storia in versi di una passione adulterina che diventa a sorpresa best seller. Si direbbe che il personaggio che piace di più a Maugham sia quello scrittore che, dopo anni di ricerche sul libro storico che intende scrivere in ascetico ritiro a Capri, muore appena prima di cominciarne la stesura. Unico modo per evitare “l’amara delusione dello scopo raggiunto”, conclude il narratore.

maugham robinMaugham d’altra parte alla fine della sua vita era molto disilluso, nel ritratto che ne fece il nipote Robin pubblicato qualche anno fa con titolo Conversazioni con zio Willie. (Anche Robin peraltro era scrittore originale de Il servo da cui Losey trasse il suo capolavoro con Dirk Bogarde). “Vorrei non aver mai scritto una parola – confida ormai 91 enne al nipote – me ne è venuta solo infelicità… Chi mi ha conosciuto bene ha sempre finito per odiarmi…”

E’ interessante quando il nipote parla della balbuzie dello zio: “Ma sulla vita di Willie l’influenza maggiore l’ebbe la balbuzie. (…) È probabile che se si fosse liberato della balbuzie Willie non sarebbe stato un agnostico; è quasi certo che senza la balbuzie non sarebbe stato uno scrittore; probabilmente avrebbe fatto l’avvocato, come i suoi fratelli. La balbuzie lo rese riservato, lo costrinse a rimanere uno spettatore, fece di lui quell’osservatore distaccato della vita che divenne la prima persona singolare dei suoi libri. La balbuzie rese la sua prosa vigorosa, vivace e concisa, sciolti e efficaci i dialoghi dei suoi lavori teatrali. Forse è a quell’impedimento che Willie dovette la sua fama”.

Il fascino discreto di Somerset Maugham

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