Last Updated on 8 Giugno 2015 by CB
Le fotografie astratte di Uta Barth incoraggiano a esplorare la natura del guardare e la differenza tra la visione umana della realtà e la registrazione di una macchina fotografica. Barth raffigura intenzionalmente oggetti banali o accidentali in un ambiente anonime per focalizzare l’attenzione sull’atto fondamentale del guardare e del processo percettivo.

«La questione per me è sempre come posso renderti consapevole del tuo atto di guardare, piuttosto che perdere la tua attenzione al pensiero di cosa stai guardando», dice Uta Barth. Nella serie Ground – chiamata così perché implica le nozioni di primo piano e sfondo – foreground and background – sceglie di mettere a fuoco la macchina fotografica su un primo piano che è vuoto, sfocando così l’intera composizione. «Le immagini non sono a fuoco perché l’attenzione della macchina fotografica è altrove», osserva.

Le due riproduzioni di Vermeer nella foto sopra sono un regalo di matrimonio del padre della fotografa alla madre, e sono state in ogni casa in cui è vissuta. Tra gli artisti che l’hanno ispirata cita Robert Irwin; in altre parole, artisti interessati alla percezione. Uta Barth è nata a Berlino nel 1958. Vive, lavora e insegna a Los Angeles. Il suo lavoro incapsula un momento particolare, quando siamo particolarmente ignoranti del fatto che stiamo guardando. (Camilla Brown, curatrice) – da Why It Does Not Have to be In Focus – Modern photography explained, Thames and Hudson