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Zie da bestseller

Last Updated on 12 Settembre 2009 by CB

E’ il loro momento. Si contendono il primato tra i libri più venduti. Ce lo conferma da Mantova con poco aplomb la pur londinese Sophie Kinsella (foto da entertainment.timesonline.co.uk).  Dopo la Zie Mame di Patrick Dennis  (Adelphi), arriva dagli anni Venti il fantasma di Sadie in “La ragazza fantasma” (Mondadori) e batte tutti. Un pubblico quasi esclusivamente femminile, in prevalenza adolescente o post adolescente, l’accoglie con entusiasmo. Lei si presenta in un luminoso vestito arancione e con un buonumore da romanzo di Wodehouse. Oggi è un giorno perfetto, dice. Mi sono svegliata in Italia, ho bevuto un ottimo caffè e ho scoperto che il mio libro è primo in classifica. Cosa potrei volere di più?  Kinsella ha cominciato a scrivere da giovanissima con un altro nome ma solo dalla nascita del personaggio di Becky Bloomwood, la giornalista shopping-dipendente, ha avuto successo. Ha venduto nel mondo 18 milioni di libri, tre solo in Italia. Confessa che anche per lei  è lei la creatura preferita, pur avendo inventato altri personaggi; la scrittrice ci tiene a dire che Becky non è solo una che ama spendere, ma fa molte cose, è dinamica.  “Le storie sono uno spunto per descrivere anche la società, non solo lo shopping. C’è la vita di una ragazza, la sua carriera, i suoi amori e la sua famiglia, che è molto importante nei romanzi. Becky non è solo una ragazza che ha il conto corrente sempre in rosso, vederla così è miope”.
Con soave candore, Kinsella si stupisce che, dopo aver scritto alcuni romanzi con la parola ‘shopping’ nel titolo,  la prima domanda che le rivolge chiunque sia se anche lei ama fare shopping. Non ha nessun senso di colpa, in tempo di crisi, per istigare involontariamente alle spese sconsiderate. Le sue storie parlano della società più in generale. In fondo lei racconta anche le conseguenze nefaste delle spese eccessive, i suoi sono un po’ dei morality tales… “Io non invito al consumismo, io descrivo la gran voglia di comprare. Becky consuma e consuma, ma alla fine deve pagare le conseguenze dei suoi acquisti, ma poi continua a fare shopping. Lei sembra un affresco che descrive la crisi economica globale di questo periodo”. In ogni caso sta pensando a scrivere ” I love shopping senza soldi” in sintonia con i tempi. In materia di moda le scarpe  sono il suo punto debole ( a Mantova indossa delle glamorous Jimmie Choo) seguite dalle borse. In materia di letteratura i suoi miti Jane Austen e Agatha Christie. A chi le dice che su Wikipedia è definita la regina della ‘chick lit’,  ‘letteratura per pollastrelle’ (versione moderna e teenager di romanzi rosa), risponde che si sente di più maestra della  ‘wit lit’, “letteratura brillante”, e aggiunge di scrivere per gente che ha senso dell’umorismo. Subito dopo confessa di avere un debole per i funerali. Che sono la scena di apertura e chiusura del suo ultimo romanzo. I funerali sono una scena magnifica per uno scrittore, sostiene Kinsella: la famiglia riunita, il dramma, il momento di transizione. E poi sono tutti sono tutti vestiti di nero, tutti eleganti (si torna sui vestiti, magnifica ossessione di Sophie-Becky)… E poi sentenzia: tutti i romanzi dovrebbero avere la scena di un un funerale.Racconta il suo metodo creativo. Scrive pezzi di trama in piccoli cartoncini come se fossero i tentacoli di una piovra o tessere di un puzzle, poi cerca di metterli insieme, con l’istinto e il ritmo giusto. “Scrivere in tono comico è molto difficile, una vera e propria sfida. Io ci lavoro seriamente, ma alla fine voglio che il libro sia fluente dalla prima all’ultima riga, non voglio che il lettore si renda conto che c’è stato un grande sforzo da parte mia”. Una cosa è certa. Sta scrivendo un nuovo romanzo sulla sua eroina: “Mi sono presa una pausa da Becky per trovare altre storie, ma ora torno da lei perché è troppo importante per me. Nel nuovo libro lei farà ancora shopping, ma non posso dire molto altro. E’ ancora nella mia testa, mi sta fermentando. Becky un po’ è cambiata, ma in fondo resta sempre quella che è”.
Il suo prossimo problema, dice ironica, sarà inventarsi delle copertine vere per veri uomini. Perché non è vero che loro non la leggono, anzi la trovano divertente; è che si vergognano di farsi vedere con un suo libro in mano… (Cristina Bolzani)

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